Prodotti ittici di Sicilia
Oggi, come nel passato, la pesca e l'industria ittica costituiscono uno dei settori produttivi più importanti per l’economia siciliana.
Di antica tradizione marinara, sono la pesca del tonno nel trapanese, e del pescespada nel messinese. Oltre a questi prodotti di pregiata qualità, il mare di Sicilia è ricco di nutriente “pesce azzurro” (oltre al tonno, sardine, acciughe, merluzzo, sgombro), di ottimo “pesce bianco” (orate, dentici, sogliole, spigole) e di prelibatissimi frutti di mare (cozze, vongole, ostriche, fasolari, ricci, cappesante). Negli ultimi decenni, si è affermata anche la pesca del gambero rosso di Mazara del Vallo, uno dei più noti prodotti ittici di tutto il Mediterraneo.
La pesca del tonno rosso in Sicilia è di antica origine, come testimoniano sia le pitture del Neolitico all’interno della Grotta del Genovese a Levanzo (isola delle Egadi), in cui sono raffigurati due grossi tonni a scopo propiziatorio, che il cratere a campana a figure rosse del IV secolo a.C., proveniente da Lipari (nelle Eolie) e custodito al Museo Mandralisca di Cefalù, che reca l’effigie di un venditore di tonni che impugna una grossa lama per affettarli. Omero scriveva già sulla pesca del tonno di Sicilia e, in epoca romana, il greco Oppieno descriveva un sistema di pesca chiamato “isola”, cioè la tonnara a mare con il suo complesso di reti e “camere”.
Alla fine del Settecento, in Sicilia erano attive circa settanta tonnare, e una ventina operavano ancora agli inizi del XX secolo. In tempi recenti, la produttività si è notevolmente ridotta, sia per l'inquinamento acustico del mare, dovuto all'aumento delle imbarcazioni, che per la nascita delle moderne tonnare volanti che, a differenza degli impianti fissi, vagano per il Mediterraneo pescando prima i tonni, e poi imprigionandoli all’interno di gabbie (ancorate al largo della costa o rimorchiate nei porti), per farli ingrassare. La stagione di pesca per queste tonnare dura tutto l'anno, mentre per gli impianti fissi da Aprile/Maggio fino a metà Giugno.
Le ultime mattanze si sono effettuate a Bonagia nel 2003 e a Favignana nel 2007. Da allora, gli stabilimenti sono in disuso e utilizzati in attività diverse: la tonnara di Bonagia è stata trasformata in un resort, la tonnara di Favignana è diventata un museo sulla pesca del tonno. L'unica ancora attiva è la tonnara San Cusumano, divenuta una fabbrica in cui si produce il tonno in scatola “Auriga” e “Castiglione”, della qualità pinna gialla, che arriva congelato dall'Atlantico.
Nelle acque dello Stretto di Messina si pratica ancora, da maggio ad ottobre, la pesca del pescespada. Lo storico greco Polibio descrive esattamente questo tipo di pesca, che già praticavano i "Tirreni" fra il XVII ed il XV secolo a.C., ed era nota anche ai tempi di Omero. Un mosaico del I-II sec. d.C. nella villa romana di Terme Vigliatore a Castroreale, in provincia di Messina, è forse la più antica rappresentazione di questa attività: in esso è raffigurata anche la piccola e veloce imbarcazione a cinque remi, chiamata "luntro" (lunga 6 m e larga 1,65 m), che era costruita in legno di gelso e di ilice, dipinta di nero per somigliare ad un pesce e non insospettire la preda, e utilizzata prima dell'avvento delle grosse "feluche" a motore.
La pesca del pescespada, oggi ridimensionata a causa dell’aumento della temperatura delle acque, era accompagnata da una serie di riti piuttosto curiosi, tra cui la “runzata”, che consisteva nel far urinare l’imbarcazione da bambini come augurio di buona pesca, e la “carcadadacruci”, cioè l’incisione con le unghie della guancia destra del pesce con una croce multipla, in segno di prosperità o di riconoscimento verso il nobile valore di combattente del pesce.
Negli ultimi decenni, la punta di diamante delle tipicità ittiche siciliane è rappresentata dal Gambero Rosso di Mazara del Vallo, borgo marinaro in provincia di Trapani, dove ha sede la più importante flotta peschereccia del Mediterraneo. Chiamato “l’oro dei pescatori e dei pescherecci”, il Gambero Rosso (dal colore rosso scuro e brillante) viene pescato ad una profondità di circa 700 metri con tecniche ed attrezzature all’avanguardia, ed è apprezzato da tutti gli chef d’Italia per le sue carni gustose. A seconda della stagione, la pesca di questo prestigioso crostaceo vanta numeri che oscillano tra 1000 e 1500 tonnellate (soprattutto tra aprile ed agosto).
Oltre al Gambero Rosso, che rimane in testa per qualità, vi sono altre due varietà, il Gambero Rosa e il Gambero Viola, che rientrano nel marchio “Gambero del Canale di Sicilia”. È già pronto per loro un titolo DOP.