Bronte, città di natura e cultura
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Pistacchio di Bronte
Bronte
“Bisogna andare a Bronte per godere la più meravigliosa vista dell’Etna”, scriveva il filosofo e scrittore brontese Giuseppe Cimbali (1858 - 1924).
Nota ai più per essere la “Città del Pistacchio”, Bronte è situata in un territorio di straordinaria bellezza, che ricade all’interno del Parco dell’Etna, il primo parco naturale siciliano istituito nel 1987, e del Parco dei Nebrodi, l’area protetta più estesa della Sicilia. Tra le numerose attrattive naturalistiche, in particolare, vi sono: il Bosco di Centorbi, querceto sempreverde che avvolge i crateri del versante occidentale dell’Etna, e le Forre Laviche del Simeto, gole scavate nel basalto dal fiume Simeto.
La città di Bronte, nata nel 1520 dall’unione di ventiquattro casali di contadini e pastori, disposta dall’Imperatore Carlo V, ha subìto nel corso della sua storia due eruzioni dell’Etna: quella del 1651, che la danneggiò parzialmente, e quella del 1843, ricordata per la violenta esplosione causata dal contatto della lava con una falda acquifera, che provocò la morte di molti abitanti.
Significative le testimonianze storico-artistiche da ammirare nel suo centro storico: la cinquecentesca Chiesa Madre dedicata alla Santissima Trinità, la più antica chiesa di Bronte e la più importante dal punto di vista architettonico storico e documentale; il Santuario di Maria SS. Annunziata del 1535, che custodisce un gruppo marmoreo dedicato all’Annunciazione di Antonello Gagini; la Chiesa di San Giovanni Evangelista, con il seicentesco campanile in pietra lavica; il settecentesco Real Collegio Capizzi, che rese Bronte, per oltre due secoli, centro culturale di spicco in Sicilia, all’interno del quale è ospitata la Biblioteca con oltre 21 mila volumi (tra testi scientifici, letterari, filosofici e teologici), e la Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello”, celebre artista brontese che ha donato al Collegio la sua preziosa collezione di opere grafiche e pittoriche dei grandi Maestri del Novecento.
Imperdibile la visita al Castello (o Ducea) di Nelson, distante circa 13km dal centro. Risalente all’epoca normanna (1174), fu donato nel 1799 all’ammiraglio britannico Horatio Nelson da Ferdinando I delle Due Sicilie, insieme al titolo di Duca di Bronte. Venduta al Comune di Bronte nel 1981 dall’ultimo erede di Nelson, la Ducea inglese è oggi un Museo e si trova all’interno dell’ampia Abbazia benedettina del XII secolo, con l’antica Chiesa di Santa Maria di Maniace di cui rimangono le navate, uno splendido portico gotico-normanno e l'icona bizantina dipinta, secondo la leggenda, da San Luca. Dietro la chiesa si possono osservare due torrette medievali dell’antico Castello, ed un grande parco all'inglese, che ospita un vero e proprio “museo en plein air”, un viale dell’arte ricco di sculture, fruibile attraverso percorsi tematici. All’interno del parco, si trova anche un piccolo cimitero, in cui spicca una croce celtica in pietra nera dell'Etna, che indica la sepoltura del poeta scozzese William Sharp (1855-1895), esponente del romanticismo inglese. Oltre agli appartamenti signorili dei Nelson, è possibile visitare tutto il complesso, sede anche di un centro culturale polivalente di studi, congressi e mostre.
Una visita a Bronte consente una vera e propria immersione in antichi colori e antiche storie, di cui ancora oggi il suo territorio mostra segni evidenti. In contrada Cantera, ad esempio, si trova il Museo del Carretto Siciliano “Gullotti”, dedicato ad uno dei simboli più conosciuti e significativi del folclore dell’Isola, che espone una collezione di meravigliosi carretti siciliani, carrozze e calessi, oltre a circa 300 pezzi tra le varie parti del carretto, ornamenti per cavalli, pennacchi e tutto l'occorrente del “carrettiere siciliano”. Partendo dal capostipite Don Carmelo Gullotti (carrettiere di professione), la famiglia Gullotti cura da più di sessant’anni questa collezione, mettendo a disposizione dei visitatori del museo la propria esperienza e conoscenza di tecniche, aneddoti, usi e costumi riguardanti questo singolare mezzo di trasporto che, nel 1885, Guy De Maupassant aveva definito “un rebus in movimento”.
In contrada Piana Cuntarati si trova il Museo etno-antropologico (o dell’antica civiltà locale), che ha sede nella settecentesca Masseria Lombardo, in cui sono ricostruiti ambienti domestici del mondo agricolo e piccole botteghe artigianali (il fabbro, il maniscalco, il calzolaio, il falegname), ed esposti oggetti, suppellettili, arnesi da lavoro utilizzati dai contadini tra il 1700 ed il 1900. All’interno della Masseria, è anche possibile ammirare una struttura d’epoca araba adibita a cartiera, lavorazione della lana e conceria di pelli, portata alla luce negli anni Settanta del secolo scorso, poiché parzialmente travolta dalla colata lavica del 1651.
Bronte ha dato i natali al filosofo Nicola Spedalieri (Bronte 1740 - Roma 1795), il primo in Italia a parlare di diritti dell’uomo e a proclamare la sacralità dei principi di uguaglianza e libertà, e nel Risorgimento è stata teatro di numerosi episodi volti ad affermare i principi dell’indipendenza, tra cui “i fatti di Bronte”. Nell’agosto del 1860, durante la spedizione dei Mille, in seguito all’occupazione delle terre da parte dei latifondisti, alcuni brontesi uccisero sedici “cappelli” (membri della nobiltà e della borghesia locale); la rivolta fu soppressa dal comandante delle truppe garibaldine Nino Bixio e, dopo un processo, furono fucilati cinque presunti colpevoli.
Bronte è famosa nel mondo per essere, soprattutto, la patria del celebre Pistacchio di Bronte D.O.P., prodotto dalle uniche proprietà organolettiche; ogni anno, tra settembre ed ottobre, la Sagra del Pistacchio è un’imperdibile occasione per gustare le prelibatezze dolci e salate realizzate con il prezioso "oro verde" dell'Etna.